La LIP - Legge di Iniziativa Popolare sulla scuola

16-02-2015


di Vladimiro Caliolo 

Nasce come legge di iniziativa popolare sostenuta da centomila firme, depositata alla Camera dei Deputati nell’agosto del 2006 e incardinata nella XV legislatura; non vide la conclusione del suo iter neppure nella successiva legislatura  e di conseguenza decadde. 

Così, negli ultimi mesi, parlamentari di diverse forze politiche, in prevalenza di ex M5S, ne hanno riproposto il testo aggiornato: Norme generali sul sistema educativo d’istruzione statale nella scuola di base e nella scuola superiore. Definizione dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di nidi d’infanzia ” sia alla Camera che al Senato. 

Due le considerazioni sull’argomento: la prima sostenuta dalla perseveranza del comitato promotore che rilancia un progetto nato nel lontano 2006, anche se rivisitato; la  seconda alimentata dal sostegno dato alla LIP dal segretario nazionale della Cgil scuola Domenico Pantaleo, considerato  che dieci anni fa l’allora segretario nazionale Enrico Panini non aveva voluto sottoscrivere la LIP.  

Un lungo travaglio ma alla fine la Cgil scuola ha cambiato  parere: “La proposta – spiega Pantaleo – riprende molti dei contenuti elaborati dalla Flc Cgil. Il disegno di legge è ispirato al principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione. Invece le proposte del Governo vanno in senso contrario affermando logiche di competizione individuale e di classifiche per piegare l’istruzione al mercato". 

Ebbene, alla Cgil si rammenta che sulla scuola e sui docenti negli anni si è giocato al massacro, proponendo  una serie di riforme che avevano un unico obiettivo: “ Fare cassa”.

Leggi tutto: La LIP - Legge di Iniziativa Popolare sulla scuola

Gli scippi del 2,50% e degli aumenti periodici di stipendio

05-02-2015


di Vladimiro Caliolo 

Primo prelevamento : il 2,50% 

I lavoratori della scuola hanno titolo al TFS (trattamento di fine servizi) o al TFR (trattamento di fine rapporto): 

il TFS spetta ai lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000;

il TFR spetta, invece, ai lavoratori assunti dopo il 31 dicembre del 2000 e coloro che pur assunti in precedenza hanno optato per il TFR, avendo aderito alla previdenza complementare. 

Riguardo il TFS, il datore di lavoro pubblico dispone un accantonamento complessivo del 9,60% sull’80% della retribuzione lorda, con una trattenuta a carico del dipendente pari al 2,50% sempre sull’80% della retribuzione utile ai fini del TFS. 

Invece, per il TFR il datore di lavoro pubblico dispone un accantonamento del 6,91% sull’intera retribuzione (e non solo sull’80%) e completamente a carico del datore di lavoro, quindi, senza la quota del 2,50% a carico del dipendente (sentenza della Corte Costituzionale del 28.10.2014). 

Purtroppo, si applica, ancora, l’illegittima  trattenuta del 2,50 che determina una indebita decurtazione sullo stipendio dalle 30 alle 50 euro mensili.

Leggi tutto: Gli scippi del 2,50% e degli aumenti periodici di stipendio

Illusioni e mistificazioni

01-02-2015


 

di Vladimiro Caliolo 

Ancora un paio di giorni e si archivierà l’elezione del Presidente della Repubblica: un capolavoro - ha detto il premier Renzi; certo non può essere definito un momento di innovazione, ma una operazione di perfetta continuità con il passato. Con quel passato che ha contribuito, in maniera significativa, a determinare le condizioni per creare gli oltre 2 mila miliardi di debito pubblico nazionale. 

E mentre sui media impazzano le dovute biografie del nuovo presidente e le discussioni sul mantenimento del “patto del nazareno”, sulle divisioni nel centro destra, sul miracoloso ricompattamento della sinistra, restano  immutati la grave crisi economica, la stagnazione dei consumi, il 12,9% di cittadini senza un posto di lavoro, il 44,2% di giovani senza futuro. 

Nel palazzo si chiacchiera molto, si indugia su divisioni alimentate da gruppi di potere che si contrappongono apparentemente sulla scelta degli itinerari per superare la crisi del paese, ma l’unanimità è ritrovata nel mantenimento dei privilegi di casta. Un esempio su tutti, il mantenimento dei vitalizi parlamentari e regionali.

Leggi tutto: Illusioni e mistificazioni

Il blocco dei contratti e delle progressioni di carriera

29-01-2015


di Vladimiro Caliolo 

In nome della “Buona scuola”, entro il 28 febbraio 2015, il governo Renzi emanerà un decreto che modificherà gli aumenti periodici di stipendio del personale della scuola legati all’anzianità di servizio con gli scatti legati al merito. 

Si ritiene utile ricostruire una storia che inizia dal 2010 che vede coinvolti vari governi, di destra, di centro e di sinistra accomunati da un vero e proprio accanimento contro il personale della scuola, in nome del contenimento della spesa pubblica. 

I governi Berlusconi, Monti, Letta non  hanno tenuto conto che il sistema dei “gradoni” è strutturale e non esiste altro metodo di progressione di carriera nelle more dell’introduzione della “valutazione “dei docenti, e pertanto intoccabili. 

Il governo Berlusconi con l’art 9 del DECRETO-LEGGE 31 maggio 2010, n. 78 blocca i rinnovi contrattuali:  comma 1“Per gli anni 2011, 2012 e 2013 il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, ivi compreso il trattamento accessorio .. non può superare, in ogni caso, il trattamento ordinariamente spettante per l’anno 2010

Leggi tutto: Il blocco dei contratti e delle progressioni di carriera

Le indennità delle Regioni

19-01-2015


La parola che lavoratori e pensionati del nostro paese vorrebbero cancellare dai dizionari è senza ombra di dubbio: Vitalizio. Il vitalizio è la pensione pagata con soldi pubblici ad un esercito di ex-parlamentari, ex-consiglieri regionali che dopo aver trascorso un periodo, più o meno breve, a far politica percepiscono un assegno mensile, spesso cospicuo, per tutta la vita. Al momento se ne contano 5496.

Una elezione a consigliere regionale è più vantaggiosa rispetto al gioco d’azzardo a premi, Vinci per la vita - Win for Life!,  gestito dalla Sisal che fissa un termine al godimento del vitalizio.

Le forti difficoltà economiche, l’aumento dei disoccupati soprattutto giovani, l’aumento dei nuovi poveri,le basse pensioni di milioni di cittadini confrontate con i vitali hanno suscitato indignazione in tutto il paese.

Leggi tutto: Le indennità delle Regioni

Informazioni aggiuntive